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Si può fare buona comunicazione senza i social network?


Si può fare comunicazione efficace senza i social network?

Ti sarai detto: aziende come Coca Cola, Unilever, ecc. sono diventate quello che sono oggi comunicando benissimo per anni anche senza l’utilizzo dei social network. Perché, allora, adesso sembra quasi di essere tagliati fuori dal mondo se non si ha un social media manager nel team? Perché oggi nessuno ti trova se non hai dimestichezza con il digital marketing?

E perché, però, molte aziende, dopo anni di vita e storytelling social based stanno annunciando il proprio retrofront in modo ufficiale?

Semplice: perché la comunicazione funziona quando è integrata e sfrutta tutti i mezzi e canali di comunicazione esistenti in quel periodo storico basandosi su quelli più amati e utilizzati dai target principali.

Chi si è fatto strada tanti anni fa senza, evidentemente aveva a disposizione meno mezzi di comunicazione, che comunque usava in maniera integrata, in un mondo dove però quei canali erano gli unici esistenti e l’attenzione dei target, soprattutto quelli di massa, era distribuita su quei canali.

E anche allora esistevano attività di engagement diretto e di creazione di leads (non sono certo nate con il conversion marketing!), ma avevano modalità ben diverse (pensate ai concorsi a premi che comportavano la spedizione di una cartolina ad una casella postale sperduta nel mondo). Queste modalità si sono evolute nel tempo con l’evoluzione dei canali, dei codici comunicativi, con l’evoluzione degli stili di vita.

Cosa succede oggi? We Are Social, nel suo report annuale Global Digital 2018, ha mostrato come il numero degli utenti connessi ad Internet nel mondo abbia superato la soglia dei 4 miliard****i di persone e come l’utilizzo dei social media cresca di pari passo, contando un numero di utenti attivi intorno ai 3 miliardi nel mondo, di cui 9 su 10 accedono via device mobile.

Sebbene alcune aziende dichiarino di non voler più proseguire la propria avventura social, preferendo canali proprietari (siamo per ora ancora di fronte ad un trend di dimensioni trascurabile), nessuna Organizzazione oggi può ignorare questi numeri e le potenzialità offerte dai social media di connettersi con miliardi di persone senza doversi spostare da una parte del mondo all’altra. Ma più importante della presenza sui social media è capire com’è cambiato il modo in cui le persone si informano, entrano in relazione, acquistano beni e servizi, si emozionano e vivono l’esperienza di consumo.

Ecco i vantaggi derivanti dall’utilizzo di piattaforme social (per un’azienda, in particolare):

  1. aumento della riconoscibilità e visibilità: non esistono confini fisici online e per questo motivo è facile raggiungere persone in diversi luoghi in poco tempo.
  2. Miglioramenti nel posizionamento dei siti web.
  3. Aumento delle possibilità di business: l’aumento di visibilità ti rende competitivo, oggi i social media si stanno sempre più orientando verso soluzioni per agevolare i business (profili aziendali e piattaforme di vendita).
  4. Creazione di relazioni di valore con gli utenti, fino allo sviluppo di strategie che investono del nostro mandato comunicativo brand ambassador e micro-influencers.
  5. Influenza sulle decisioni d’acquisto, che oggi è anche frutto dell’influenza generata dalla condivisione di valori etici e sociali.
  6. Selezione del target che fa per l’azienda e possibilità di micro segmentare la buyer personas con maggiore precisione e in base ai reali comportamenti di consumo o alle ricerche che svolgono nel web.
  7. Ascoltoassistenza degli utenti, sempre più esigenti ed abituati ad ottenere risposte in tempo reale, avendo anche la possibilità di scremare le richieste più inflazionate e ridurre il carico di lavoro del costumer service.

Il potere oggi è nelle mani degli utenti, che desiderano brand veri, il più possibile umani, autentici ed attenti alla personalizzazione. Per questo motivo le aziende devono comprendere che descrivere i propri progetti in termini generici, in modo impersonale o asettico, non è premiante. Bisogna quindi mettersi nei panni degli utenti, sempre più desiderosi di dire la propria e sentirsi speciali all’interno della relazione sviluppata con le imprese.

Si possono far parlare le persone tra di loro, svelare le storie che sono dietro all’azienda, rendersi disponibili alla relazione, trasmettere la spinta motivazionale alla decisione d’acquisto (agendo sulle variabili emotive e partendo da dati oggi rilevabili): tramite i social è più semplice parlare al cuore dei clienti e metterli in primo piano rispondendo ai loro bisogni e desideri in modo preciso.

Solo in questo modo è possibile creare una comunicazione di valore e che abbia un impatto positivo sulle persone oltre che sul business stesso.

Ma avere un rapporto corretto con questi canali comporta un impegno non da poco: in un’arena molto competitiva, senza contenuti validi, interessanti e di valore si perde l’attenzione del proprio target ed è semplice squalificarsi,  rendendo l’uso dei canali improduttivo o addirittura controproducente.

E avere questo tipo di contenuti è un fatto legato a quanto riusciamo a trovare all’interno del nostro progetto:

-frames comunicativi interessanti, che ci permettano di guardarlo noi per primi con occhi nuovi e di trasmetterlo all’esterno da nuovi punti di vista.

-Temi d’interesse per il target e per gli stakeholders esterni, sui quale costruire il nostro framework valoriale prima di comunicarlo (e su questo ci sarebbe tanto da dire, perché i social stessi e l’applicazione di strategie di digital marketing permettono anche di misurare qualità e quantità dei desiderata del target).

-Temi di innovazione che possano aiutarti ad esempio a stabilire una ownership tematica.

-Elementi da raccontare su cui possiamo permetterci di essere trasparenti.

-Opportunità di connessione con i temi salienti di attualità, che ci permettano di parlare di noi e far emergere i nostri valori in modo estemporaneo rispetto alla nostra pianificazione, ma interessante e attuale (che puoi realizzare tramite il real time marketing).

Molto, poi, dipende anche quanto abbiamo chiaro il nostro posizionamento di marketing e valoriale.