Tutti parlano di dati, ma il Data Collecting?
I dati sono una risorsa fondamentale nella contemporaneità. Vengono utilizzati soprattutto per prendere decisioni nei campi del business, delle organizzazioni e dei governi, e aiutano ad analizzare meglio il mondo che ci circonda.
Tutti parlano di dati e di come essi siano fondamentali per costruire le strategie di brand. Altrettanto importante però è il data collecting, perché il processo di raccolta dei dati è la base su cui si costruisce tutta la ricerca. Deve quindi necessariamente essere adeguato.
Innanzitutto è bene distinguere tra indagine qualitativa ed indagine quantitativa. Spesso è opinione comune che i dati quantitativi siano più importanti di quelli qualitativi, ma non sempre questa è una verità.
Tutto dipende da quali obiettivi di ricerca si vogliono raggiungere. Se per noi è importante conoscere il percepito del brand, quindi i bisogni, i desideri e le attese dei consumatori, allora un’indagine qualitativa assume una rilevanza maggiore.
L’individuazione del target a cui sottoporre la ricerca è fondamentale.
Un target sbagliato ci porterà dati sbagliati e distorti, che non ci aiuteranno nella nostra indagine.
Una volta definita la Brand Equity attraverso le interviste qualitative è importante conoscere anche i dati quantitativi, tangibili e intangibili.
Ma cosa significa?
Una buona ricerca non si può solo basare su caratteristiche visibili, ma deve anche indagare ad esempio quanto un consumatore (o un prospect) si senta o meno vicino al brand, quanto quest’ultimo sia moderno, se viene percepito come premium.
Riuscire a diversificare bene le domande e gli argomenti delle interviste ci aiuta, insieme ad identificare il giusto target, ad evitare, o meglio a limitare, le distorsioni. Queste ultime avrebbero come effetto la costruzione di una strategia fallace e quindi il non raggiungimento degli obiettivi di brand.
Il passato e l’heritage del brand rappresentano una risorsa da non sottovalutare in fase di assessment. Il passato è il punto di partenza su cui costruire il futuro, sia che esso sia in continuità che in discontinuità. L’heritage è il legame con il mercato, e per questo condiziona inevitabilmente il percepito del valore del brand.
Durante la fase di data collecting è bene esplorare tutte le fonti, sia online che offline. Oggigiorno, ad esempio, se vogliamo valutare la percezione che le persone hanno di un brand, non possiamo dimenticare di raccogliere il sentiment presente nei commenti sui social media.
Infine è bene ricordare che i dati vanno contestualizzati. Essi infatti inseriti in un contesto assumono un preciso significato e si trasformano in informazioni. Le informazioni a loro volta, connesse una all’altra, ci danno conoscenze. I frame sono invece tutte le possibili interpretazioni delle conoscenze.
Interpretazioni su cui poi andrà costruita la strategia di brand.
Se vuoi saperne di più sui dati e sul data collecting per la strategia di brand Da Zero Al Brand di Daniela Bavuso e Natale Cardone è il libro per te.