Sei pronto ad usare Instagram per parlare di valori?
Instagram é il social del momento, popolare, diretto ..Nato un po’ per le frivolezze, presidio dei fashion blogger e influencers e poi del social selling, oggi ospita contenuti di maggior spessore, grazie ai suoi utenti che sfruttano la forza delle immagini e dei video per scopi di advocacy e per parlare di valori o per raccontare storie di valore.
In questo senso, l’uso di Instagram serve sempre meglio l’obiettivo più ambito da organizzazioni, aziende e Ceo moderni: quello di abbattere le barriere di un linguaggio formalizzato con clienti e stakehoders, parlando del proprio modo di vedere il mondo per richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più consapevole su momenti e valori che hanno davvero rilevanza per la vita delle persone.
Instagram sta contribuendo a rendere popolari e conosciuti e a “vendere” prodotti e argomentazioni sfuggendo all’invadenza e alla durezza dell’adv e della classica comunicazione prodotto, liberandoci dall’approccio commerciale e troppo diretto comune per molte aziende: l’oggetto del desiderio, oggi, assume fascino nel racconto di una stories, prende vita nella mente del consumatore che può guardarselo e riguardarselo fino a che non finisce per familiarizzare con esso e immaginarselo immerso nella propria quotidianità. E il prodotto assume valore anche riflesso rispetto a contesti in cui viene inserito, mood, follower e references alla pagina che creano un’apparenza di contesto anche relazionale dato dalla rete di endorser dell’organizzazione che gestisce quel dato profilo. Insomma, ci riporta alla cultura dell “acquistare il sogno”, rivoluzionando i modelli di consumo.
Ma il sogno non è sempre materiale, anzi, nel sogno il bene materiale è solo un mezzo per vivere al meglio in un mondo ideale: e il mondo ideale è prima di tutto un contesto ottimale. Ed è per questo che le “cause” etiche, morali, ideologiche, possono trovare spazio in questo mezzo molto di più di quanto si creda.
Ci vorrebbe un Instagram for causes? No, il gioco funziona proprio perché i sogni di un mondo di valori ideali sono immersi tra tanti altri sogni più frivoli e materiali, senza distinzione di priorità, e appaiono nel feed senza interrompere il flusso di coscienza e lo stato di leggerezza dell’utente che visita il suo profilo facendo browsing qui e li senza troppa concentrazione. E l’utente può scegliere che priorità dare nella propria testa e nella propria pancia al contenuto che incontra.
Possono farlo tutti? Con un po’ di ingegno, originalità e qualità del piano editoriale, sí.
Esempi di come Instagram sia utilizzato da diverse Organizzazioni e non solo dalle fashion blogger ce ne sono molti. Metti ad esempio Freeda Media: un progetto editoriale con scopi di empowerment femminile e con un riflessa conseguenza di attività di advocacy su temi sociali di inclusione, parità, abbattimenti di taboo e barriere.
Ma c’ è anche Ottobock, che crea protesi per le persone amputate e che racconta tramite il suo profilo i propri valori guida nelle immagini di decine di spontanei storytellers che documentano coraggio, resilienza e follia del vivere oltre i limiti, senza barriere fisiche e mentali.
E poi c’è Legambiente Onlus, che parla di valori ambientali e dei suoi quasi 40 anni di lotte per proteggere l’ambiente e tutelare il territorio attraverso i suoi progetti, con una campagna per ricorrenza e messaggi forti.
E poi ancora Pride in London, attraverso le immagini racconta tutti i colori di un valore sociale sempre più affermato, che genera ancora contraddittorio e dove ogni immagine rappresenta una sfumatura delle mille interpretazioni personali di questi valori emergenti.
Anche gli studi di consulenza si adeguano ed ecco esempi EY Careers MENA, dove il tema delle opportunità lavorative e di welfare si colorano di empowerment femminile, attenzione ai temi di diversity e integrazione, opportunità di crescita e progresso produttivo attraverso innovazione e flessibilità, azione sociale a livello globale.
Altri settori che ci aspetteremo di meno sono già sbarcati su Instagram con piani editoriali ricchi di immagini di qualità e ispirazioni.
Per le utility, ad esempio, c’è Enel Energia, che affianca valori azienda a storie di energia positiva, ritratti fotografici, scatti paesaggistici o al limite della lomografia: l’attenzione all’estetica, d’altronde, fa parte del linguaggio del mezzo.
Per l’healthcare colpiscono i profili di Ospedale Niguarda e dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, che pubblicano soprattutto immagini di campagne speciali, dalla donazione del sangue alla corretta alimentazione, ai quotes sui valori familiari a frames sulla vita dei bambini.
Stupisce invece meno l’utilizzo da parte di Pubbliche Amministrazioni e Comuni che iniziano ad usare Instagram consci del ritorno in termini di marketing territoriale: come succede ad esempio a Bologna, Lodi, Bergamo, le immagini più belle e romantiche delle città sono l’oggetto di scatti bucolici che le propongono come destinazioni di nicchia nel panorama delle Big tra le mete turistiche italiane.
Va bene, ti sei convinto.. ma cosa serve per fare il salto?
Prima di tutto, pianificazione degli obiettivi a cui far seguire un piano editoriale equilibrato costruito su un concept creativo dalla forte personalità.
Poi budget da investire, anche minimo, ma destinato a produrre immagini e video di qualità sempre aggiornate
Usa i video e le stories. Sono i mezzi più adatti per far toccare con mano la promessa della tua value proposition o per far vivere l’utente l’atmosfera di una campagna, facendogli venir voglia di partecipare.
Usa gli strumenti avanzati per promuovere le cause e aumentare commenti ed engagement. Ricordati di progettare menzioni intelligenti finalizzate a coinvolgere stakeholders predefiniti (ricordati che arrivano sempre, anche ai non follower-fallo con parsimonia senza stalkerare), inserisci sempre i link di riferimento alle campagne, se sei una non profit hai a disposizione dei Donation Stickers per raccogliere fondi per le tue campagne charity.
Usa hashtag mirati per far crescere i tuoi follower (mentre, se ti interessa un reale coinvolgimento anche i migliori bot Instagram potrebbero non fare al tuo caso). Non eccedere in quantità (entro i 5 andranno benissimo) ma sceglili sempre diversi e, per essere sempre al centro dell’attenzione e, di volta in volta, sceglili cercando di essere al massimo attinente al contenuto che pubblichi.
Infine, misura: la quantità di impressions (supportata dalla scelta degli hashtag), la percentuale di copertura (impressions:followers, che dipende anche , es. da quanto sei bravo a scegliere quando pubblicare) e il coinvolgimento (like e commenti, condivisioni, salvataggi, dipendono dal tipo di contenuto che pubblichi), ma soprattutto la qualità dei tuoi visitatori e delle interazioni: corrispondono al target che desideri?