Perchè la strategia è fondamentale nella comunicazione
Ammettilo. Anche quest’anno ti è toccata.. Sì stiamo parlando proprio della riunione fiume, quella che i colleghi del marketing chiamano di pianificazione dalla quale escono piani che solo loro conoscono. Sono veramente inqualificabili, adesso che c’è il nuovo direttore hanno iniziato ad esprimersi nel loro linguaggio codice fatto di neologismi, misto di italiano e inglese che deve essere stato coniato solo per escludere i colleghi del commerciale dagli eventi del dopo fiera.
E hai notato che lo usano anche quelli dell’IT e questo fatto è un po’ preoccupante- o forse stai invecchiando? Perché mentre fai un piccolo check su WhatsApp sotto la scrivania ti accorgi che anche tuo figlio da un po’ parla strano, saranno gli ormoni, o forse perchè ti sei dimenticato di comprargli il dizionario.
Eppure in queste riunioni ti vogliono sempre includere e vogliono sapere il tuo parere, ma cosa se ne fanno? La strategia (che fa rima con magia- un concetto altrettanto opaco), è qualcosa di così fumoso da giustificare perfettamente perché anche quest’anno ti sei pentito di andarci a quella riunione, perché oltre a sentirti un po’ escluso (..e, diciamolo, anche un vecchio) si è usciti tutti senza le idee chiare sul chi fa cosa, per contro l’unica cosa che dovrai fare per certo stasera sarà finire la presentazione dopo le sei e mezza.
Fra qualche giorno, come tutti gli anni, sentirai parlare della stessa cosa alla macchinetta del caffè, la collega della comunicazione dirà che il budget è è in chiusura, tutto è stato allocato, ma resta ancora qualche attività da “pianificare” qua e là e un progetto speciale, per il quale il direttore “che è uno che ne sa” chiamerà un consulente esterno, sebbene questo vi porterà a fare riunioni su riunioni per poi arrivare alla fine dell’anno e constatare che i KPI sono in caduta libera e che forse era meglio investire su un programma di incentivi ai commerciali.
Bene. anche quest’anno le cose fumose sono smarcate, da oggi in poi inizieranno ad apparire sul tuo calendar inviti ad eventi con acronimi criptici e per ognuno di loro ti chiederai: io cosa c’entro? E poi farai una telefonata di delucidazione al collega che “Parteciperà”.
Se ti sei mai trovato in una di queste situazioni devi sapere che la tua resistenza passiva a questo concetto in realtà dovuta al fatto che nessuno ti ha mai spiegato che in questo concetto si nasconde l’assist che cerchi.
Non c è nulla di fumoso, anzi, potrebbe essere la chiave di volta proprio nel momento in cui avrai tutte le informazioni ma ti mancherà la visione d’insieme, o avrai analizzato le tue opzioni così profondamente da non riuscire più a riemergere e sintetizzare.
La strategia, infatti, non c’entra niente con i monologhi di colleghi, capi, politici, consulenti a cui ti sarà capitato di assistere, non c’entra niente con il mal di testa e l’aspirina, è al contrario fatta di momenti e azioni per capire chi sei, chi vuoi essere, di capire se anche gli altri ti vedono già così ed è fatta di mettere in fila sul calendario le azioni che servono ad approfondire le conoscenze che hai in merito a questi fatti creando le giuste aspettative dentro e fuori dall’azienda.
Tutto parte dalla ricerca degli elementi che nella tua azienda creano un vero valore: si inizia dal raccogliere informazioni all’interno e all’esterno usando un metodo specifico (sì, hai capito bene, esiste un “modo serio” per farlo e sì, la cosa riguarda anche i numeri e la tecnologia) e organizzarle in modo da far emergere quello che a naso non si riuscirebbe a capire.
Quello che ne esce (magia!) è tutto quello che serve per orientare le varie divisioni di un’azienda verso i propri obiettivi e non riguarda solo il marketing, bensì riguarda le scelte commerciali, le decisioni in merito a questioni tecnologiche, a come saranno i nuovi prodotti e i nuovi servizi, all’esperienza del cliente diretta o online, ai valori aziendali, a come coinvolgere altre organizzazioni nel proprio raggio di azione, a come raccontare tanti anni di attività al mondo in cui si è raccolta la sfida del progresso, a come giustificare la scelta di andare contro corrente o superare momenti di crisi, fino ad arrivare ai concept creativi.
E’ questo il motivo per cui una buona riunione strategica, oltre a non essere infinita, deve coinvolgere soprattutto quelli che anno dopo anno, passato il primo quarto d’ora di convenevoli, usano le restanti due ore e mezza (!!) per esplorare dimensioni parallele.
Ok, abbiamo scherzato..e sappiamo bene che molti ottimi professionisti e illustri colleghi ogni giorno si svegliano e dovranno correre più del cliente (e non il contrario).
E il nostro lavoro quotidiano è rimettere dati e valori al centro di ogni decisione d’azienda, per questa ragione con questo blog - dedicato a tutti quelli che hanno passione per la comunicazione, l’attualità, i trend, l’innovazione, la vita di impresa e l’evoluzione dei mercati - ci piacerebbe parlare di design della comunicazione e dati, analizzati attraverso la lente spessa di chi per lavoro e per passione ama andare in fondo alle questioni, misurarle e dare un senso a tutto quanto sembra una coincidenza o un fatto ricorrente, ma non lo è.
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