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La tua impresa può fermarsi, se ha il giusto mindset


Nelle prossime settimane le imprese si troveranno ad affrontare una situazione molto complessa, per alcune mai affrontata prima. L’impossibilità di interrompere il proprio business si scontra con le misure precauzionali imposte dallo Stato, oltre che con il timore degli stakeholder, soprattutto quelli esteri, di intrattenere rapporti lavorativi con aziende nella zona rossa. Anche tu stai cercando di capire cosa fare, ma soprattutto, hai paura che il tuo business sia inghiottito dalla crisi e dal vuoto d’attenzione cosmico fatto di clienti e stakeholder reticenti.

Però pensaci: nella crisi, un’azienda leader si riconosce dal mindset. E il giusto mindset si concretizza in capacità di adattarsi, di agire in modo responsabile e identificare le opportunità.

La fase di rottura che non ti aspettavi, infatti, ti mette a nudo, ma mette a nudo anche i tuoi clienti e i tuoi stakeholder, dandoti una miniera di informazioni che potranno diventare la tua guida definitiva ad un percorso di successo. Intanto, ti fa capire a cosa i tuoi clienti danno valore, chi sono target indiretti/inattesi/estesi del tuo brand, cosa é necessario nella tua offerta, quanto pesa il patrimonio informativo del tuo prodotto, cosa pensavi che fosse una condizione sine qua non della tua value proposition (ma invece puó essere modificato senza troppe perdite), chi ti é vicino nonostante tutto, cosa salvano i tuoi stakeholder davanti all’incerto ( salvano te?), se sono affidabili o impulsivi, se manifestano capacità di controllo o paura: non sono forse tutte informazioni strategiche di grande valore che normalmente richiedono l’impiego di molte risorse per rivelarsi?

E la crisi, se non la si augura mai a nessuno, é comunque un momento in cui, volenti o nolenti, si é costretti a pensare (anche se non si ci può fermare): non é un caso che molte delle operazioni strategiche di successo nascano nella fase di uscita da una crisi.

Oggi tu imprenditore hai due compiti: dal primo non puoi esimerti, ovvero devi tradurre le direttive dello Stato in azienda, il secondo, per quanto sembri precoce, é quello da cui dipende la tua effettiva capacità di tirarti fuori da un momento di paralisi, e consiste nell’iniziare a guardare al futuro, ossia a quando la crisi sarà terminata. È bene infatti arrivare ben preparati alla conclusione di un periodo di crisi per poter ripartire senza intoppi o rallentamenti.

Entra così in gioco qualche concetto che viene dal crisis recovery, terzo passaggio del crisis management, dopo la fase di research e response. Si tratta di impostare una serie di attività che permettano all’azienda di recuperare l’essenza dei propri valori nonché ristabilire il proprio posizionamento sul mercato.

Ecco a cosa dovrai essere pronto:

  1. Riconoscere che la crisi è passata e che quindi si può pensare al recupero: arriverà il momento in cui si potrà tornare alla normalità e in cui bisognerà attivarsi per comunicare il superamento della crisi.
  2. Ricalibrare le attività e fare un assessment del danno sull’azienda e sul brand: onde evitare di trattare temi che non sono stati percepiti come rischiosi all’esterno è bene raccogliere i rumors ed i segnali di clienti, fornitori e così via. Una volta raccolti si può procedere all’assessment ossia alla misurazione del danno sull’azienda.
  3. Riparare la reputazione, se l’accadimento ha costretto l’azienda a performare sotto i propri standard ad esempio. Come si fa? Prima di tutto, articolando una strategia rivolta a costruire un ponte diretto con gli stakeholder chiave: andrà studiato un messaggio personale per ogni stakeholder chiave, con l’obiettivo di rassicurare l’interlocutore sui tempi e modi della ripartenza, sul recupero della performance, sulla ripresa della fiducia da parte degli investitori e sull’inscalfibile forza del brand.
  4. Ridirezionare il dialogo negativo, programmando notizie positive di come, step by step, si sta tornando alla normalità, più forti di prima.
  5. Rinvigorire i valori di brand e riprendere i contatti sociali: un mix di comunicazione di impresa e ripresa delle relazioni pubbliche permetterà il recupero completo dell’azienda.

La fase recovery é fatta anche di strategia e creatività, che spesso nascono rielaborando fatti e input importanti emersi durante la gestione della crisi: parole d’ordine dunque, mettersi in ascolto, prendere appunti, cercare soluzioni per il breve ma soprattutto porre le basi per migliorare nel lungo periodo (la comunicazione, i processi, la value chain, il team..).

In questo periodo di stasi apparente, quindi, fai girare le rotelle, raccogli dati e informazioni, osserva le persone, misura, ripensa alle tue aspettative, comprendi la portata dei fallimenti, guarda come vive il resto del mondo, riscopri la tua passione.

Se vuoi capire insieme a me come muoverti per ripartire guarda le mie disponibilità.