Fenomenologia del podcast
In origine era la radio: informazione, attualitá, musica, parole sparse e adv in un flusso continuo capace di tenere compagnia a quasi ogni tipo di ascoltatore in cerca di intrattenimento. Produzioni costose, pubbliche e poi sempre più indipendenti, frequenze comunque limitate, speaker e personaggi noti al centro, bon ton tematico e un graduale ritorno nei ranghi che nei decenni ha soppiantato l’entusiasmo delle radio libere locali che trasudavano voglia di emancipazione nel ‘76 e che hanno portato le vibrazioni internazionali nelle case di provincia italiane.
Negli anni ‘90 poi, vedevano la luce le tre rivoluzioni alla base del podcasting: la diffusione della rete internet, i lettori mp3 e le versioni digitali degli strumenti di produzione audio, tutto ciò che pochi anni dopo servirà per produrre contenuti di notevole qualità a prezzi bassissimi e che incoraggerà il proliferare di un sottobosco di speaker tuttofare indipendenti in cerca di pubblici di nicchia, narratori di storie interessanti -benché slegate dall’attualità e dai toni incalzanti della cronaca- ugualmente portatori di contenuti di valore “a lunga conservazione”.
Il podcast nasce catchy e uno dei meriti del podcasting, che pochi conoscono, è stato quello di spargere semi di innovazione sociale, veicolo di empowerment e consapevolezza su questioni di interesse pubblico un po’ spinose che per le radio e le tv erano tabù.
Il primo iPod che nel 2005 nasce con la funzione dedicata ai podcast é la novità tecnologica che bisbiglia al mondo che questo giovane formato non é destinato a rimanere appannaggio del pubblico geek e dei media trend setter. Nel 2007 nasce il primo iPhone con la medesima funzione: il canale è definitivamente aperto, il podcast diventerà popolare pochi anni dopo grazie alla pionieristica prima serie di podcast.
Ma il suo potenziale è ancora oggi trascurato in molti Paesi, dove però, grazie all’iniziativa di intrepidi podcaster, autori in erba e aspiranti Ferragni dell’antipop, il podcast supera il ruolo di sdoganatore delle trasmissioni on demand che le trasmissioni radio gli hanno affrancato. In Italia 2,7 milioni di persone l’hanno già scoperto, mentre sono molti meno gli autori italiani, come scarsa è la consapevolezza di quanto un podcast possa essere capace di creare comunità globali. I temi preferiti in Europa sono business, cultura, psicologia, storia ed educazione.
In America, oltre al primato mondiale di ascolto e diffusione di podcast, la situazione é del tutto diversa: gli ascoltatori mettono al primo posto la religione, seguita dalla cultura, sport, storia e lasciando alle news il posto di fanalino di coda.
Il pioniere del podcasting oggi è qualcuno che sa meglio di tutti:
- quanto lo smartphone sia destinato a diventare un prolungamento del corpo umano, un contenitore di intrattenimento e cultura sotto formati sempre più nuovi e un amplificatore di qualità delle esperienze di fruizione.
- quanto oggi il valore di un contenuto sia considerato anche in base alla sua capacità di trovare posto nei piccoli spazi di attenzione dell’utente, che finisce al centro, con il proprio potere di individuare un contenuto, selezionarlo, scaricarlo, e ascoltarlo anche solo a metà.
- quanto annegare la sostanza nella forma sia vincente e in grado di rendere piacevole all’utente anche qualcosa che ha un sua utilità funzionale.
- quanto ciascuno di noi, infondo, sia molto disposto ad ascoltare e imparare, curioso e inconsciamente desideroso della favola prima di addormentarsi.
L’accessibilità nei diversi momenti della giornata, come pure la libertà di scelta e l’abbattimento dei costi di ricerca, sono fattori indispensabili per chi disegna prodotti e servizi, e ora per chi propone intrattenimento, che è chiamato a garantire qualità, varietà, modularità e appeal e a creare una ritualità che entra in punta di piedi nella vita dell’utente, conciliandosi con tutte le altre abitudini.
Anche se il podcast é il mezzo perfetto per la narrazione, in alcuni casi fare un podcast puó essere strategico per il posizionamento di un progetto, per la comunicazione aziendale e nel personal branding: certo, organizzarsi per produrlo, stendere un piano editoriale, diventare autore e coltivare una audience richiede alcune accortezze… che vi spiego nella prossima puntata!
Rimanete connessi.