Una delle tentazioni per eccellenza di chi si occupa di strategia di comunicazione è quello di partire dalla richiesta del cliente pensando a come accontentarlo, anche laddove alla richiesta sottendono informazioni che dovrebbero essere provate o che non tengono in considerazione che la comunicazione strategica funziona bene se integra correttamente diversi elementi.
Uno strategist non offre soluzioni preconfezionate ma percorsi per imparare ad orientarsi in maniera quasi autonoma tra le scelte e le opportunità che ad al cliente si possono presentare nei mesi e negli anni successivi. Per questo motivo l’applicazione di una strategia di comunicazione dovrebbe sempre avere un rapporto chiaro e indissolubile con l’attività di change management, che è quella che supporta l’introduzione di novità (culturali, tecnologiche, di processo) all’interno di un’organizzazione, come dire: inutile avere uno strategist guru se non si impara l’autonomia o non si assorbe la visione strategica in modo corretto e univoco.
Alle volte però il rapporto con il cliente non lascia via di scampo, lui oggi vuole un preventivo per la content strategy su LinkedIn e tu sai già che qualunque cosa gli offrirai senza tentare di analizzare le sue necessità nella loro globalità sarà qualcosa che nel percorso di collaborazione porterà problemi ad entrambi.